La denuncia in un rapporto delle Nazioni Unite che sottolinea gli abusi sui cittadini tossicodipendenti e invita i donatori a interrompere la sovvenzione dei centri di trattamento e detenzione coinvolti.
Cittadini fragili perché in stato di dipendenza dalle droghe vittime di abusi di vario tipo in molte strutture che dovrebbero invece essere deputate alla loro assistenza e riabilitazione: l’allarme è contenuto in un rapporto delle Nazioni Unite presentato pochi giorni fa sulla tortura e altri abusi in ambienti sanitari. Un documento che non si limita a fotografare la situazione ma che, come sottolineano le due organizzazioni umanitarie Human Rights Watch e Harm Reduction International, richiede che siano ridotte le donazioni a questi centri di trattamento e detenzione.
Nella relazione presentata a Ginevra davanti al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite dal relatore speciale sulla tortura, Juan Mendez, si afferma che le persone identificate come tossicodipendenti sono detenute senza processo in molti centri di detenzione governativi, dove subiscono gravi abusi - comprese violenza fisica e sessuale e lavoro forzato -. Nell’occasione Human Rights Watch ha esposto le proprie ricerche approfondite su ciò che accade in Paesi come Vietnam, Cina, Cambogia e Laos nel nome di una cosiddetta “riabilitazione", mentre Harm Reduction International ha riferito sul sostegno dei Paesi donatori ai centri in questi paesi.
Nonostante i moniti delle Nazioni Unite (non ultima – a marzo 2012 – una richiesta congiunta effettuata dall'Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine, dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, dall’UNICEF e da UNAIDS per la chiusura dei centri di detenzione per droga e il rilascio delle persone lì trattenute), sono ancora molti i finanziatori che sovvenzionano questi sistemi. A giugno 2012 il governo degli Stati Uniti ha impegnato 400 mila dollari per finanziare la Commissione nazionale per il controllo della droga nel Laos e garantire l’implemento del Centro di riabilitazione e trattamento di Somsanga; l’Australia e i Paesi UE hanno contribuito al funzionamento di molti centri di detenzione per droga.
6 marzo 2013