Pompei: «Villa dei Misteri». Occorrono 3,5 milioni di euro
Il ministro Ornaghi ieri ha detto, durante la conferenza stampa: «Sono molto soddisfatto. L’operazione che oggi presentiamo è nuova, giacché vede il coinvolgimento attivo del ceto imprenditoriale più illuminato del Paese per la co-valorizzazione e la co-tutela del nostro patrimonio artistico. Stiamo cercando di disegnare l’Italia di domani all’insegna della partecipazione tra poteri pubblici e l’area dei privati, vorremmo contribuire al processo di modernizzazione e puntare alla defiscalizzazione di tutto ciò che è mecenatismo».
Caserta: Reggia Vanvitelliana. Servono almeno 2 milioni di euro
Della Valle ha svelato di aver parlato con altri imprenditori italiani non solo dell’operazione Colosseo ma anche dell’importanza di qualsiasi intervento privato a sostegno del nostro patrimonio artistico.
Ma quali potrebbero essere le immediate aree di intervento per un ipotetico imprenditore che volesse «lasciare un segno» del proprio mecenatismo?
Basta interpellare l’architetto Antonia Pasqua Recchia, segretario generale del ministero dei Beni culturali: «Con la spending review l’anno prossimo dovremo tagliare ben 50 milioni su un bilancio già risicatissimo.
Si apriranno problemi immensi proprio per gli investimenti sui restauri. Se dovessi indicare quattro priorità assolute nazionali, partirei sicuramente dal Mausoleo di Augusto, al centro di un intervento molto vasto e importante: lì mancano tecnicamente quattro milioni di euro, e parliamo di un altro grandissimo monumento famoso in tutto il mondo».
Tivoli: Villa Adriana. Occorrono 2 milioni di euro
Al secondo posto (ma secondo solo dal punto di vista economico) la Villa dei Misteri di Pompei, secondo la lista di Antonia Pasqua Recchia: «Anche qui urgerebbero 3 milioni e mezzo di euro di cui non disponiamo».
Roma: Mausoleo di Augusto. Servono quattro milioni di euro
E infine, a parità di spesa, la celeberrima Villa Adriana a Tivoli, fortunatamente sottratta allo sfregio della discarica, accanto alla Reggia di Caserta: «In entrambi i casi occorrono due milioni di euro per operazioni non dilazionabili.
"Sarebbe bello, come ha detto Diego Della Valle, se si manifestasse quella responsabilità sociale delle imprese, soprattutto di quelle più sensibili all’importanza del nostro patrimonio culturale per il futuro del Paese".
E ... le risposte non mancheranno.
Questa è la nostra Italia. Questa è la nostra imprenditoria, seconda a nessuna nel mondo.
3 settembre 2012