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Nota su "Processo breve" approvato alla Camera il 14 aprile 2011
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a cura della redazione
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L'Aula di Montecitorio ha dato il via libera al disegno di legge sul cosiddetto processo breve, il cui nome è stato mutuato in "prescrizione breve". L'approvazione del provvedimento è avvenuta con 314 voti favorevoli, a fronte di 296 no: nessuno, tra i 610 presenti e votanti, si è astenuto.
Il testo, profondamente modificato rispetto alla formulazione uscita in prima lettura al Senato, torna adesso a Palazzo Madama.
"Quello che verrà approvato qui stasera non renderà il processo più breve, ma la prescrizione più breve", aveva sottolineato Piero Fassino intervenendo in aula alla Camera per dichiarazione di voto del Pd sul processo breve. "Con l'espressione processo breve -ha quindi affermato Fassino- si potrebbe pensare che sia ragionevole ma in realtà noi abbiamo una prescrizione breve. E il punto allora è che il provvedimento non renderà i processi più brevi" perché per combattere la lentezza occorre risolvere l'inadeguatezza degli organici, riempire vuoti clamorosi tra i cancellieri, avere risorse anziché i tagli che sono stati operati e l'introduzione di adeguate tecnologie. "Sono tre settimane che si discute con la presenza assidua del governo" ha sottolineato Fassino dicendo che il provvedimento avrà "effetti devastanti per gravi reati". "Questa -ha aggiunto è un'amnistia mascherata: ma perché lo fate? Lo hanno capito tutti gli italiani: occorre evitare che il presidente del Consiglio sia sottoposto a giudizio. Ma per concedere un privilegio a una persona viene scossa la certezza del diritto per milioni di persone".
Il provvedimento viene difeso a spada tratta del provvedimento da parte di Fabrizio Cicchitto: "Si evocano a sproposito fatti traumatici, come la strage di Viareggio e il terremoto de L'Aquila. E' un'operazione di sciacallaggio che noi respingiamo e rimandiamo al mittente", ha affermato il presidente dei deputati del Pdl, durante l'intervento di voto in Aula a Montecitorio. "Ormai qualunque provvedimento riguardante la giustizia può sfiorare Berlusconi dal momento che dal 1994 è sottoposto a un bombardamento giudiziario. Il vero scandalo - ha continuato Cicchitto - è la persecuzione ad personam di cui è vittima Berlusconi. Persecuzione che avviene nelle aule giudiziarie e nelle piazze. Noi vi diciamo che ci batteremo e non ci faremo processare".
La presidente del gruppo Pd del Senato, Anna Finocchiaro, parlando a Repubblica Tv ha invece attaccato il Guardasigilli: "Se la prescrizione breve avrà effetti sui processi sul disastro ferroviario di Viareggio e sul crollo della casa dello studente per il terremoto de L'Aquila? Certo, hanno ragione l'Associazione Magistrati e le associazioni delle vittime. Le affermazioni di Alfano? Non corrispondono a verità, Alfano non è affidabile". "Alfano non è affidabile - ha proseguito Finocchiaro - nel senso che così come da un lato alla Camera si accorcia la prescrizione e al Senato si allunga il processo, così un ministro della Giustizia che ha partecipato alla campagna elettorale sulla sicurezza dei cittadini oggi nega che il provvedimento sulla prescrizione breve comporterà la morte di moltissimi processi e il tradimento delle parti offese. Tra l'altro registro che l'espressione "parti offese" non ricorre mai nei ragionamenti di questa Destra su processi penali, eppure Alfano ne dovrebbe avere grande attenzione, uguale a quella assicurata ai diritti di tutti gli imputati". "Mentre il governo intero, con tutti i ministri e i sottosegretari - ha continuato Finocchiaro - è tutto lì schierato per approvare una normetta che serve ad evitare il processo a Silvio Berlusconi, nel frattempo con una manovra a tenaglia al Senato vengono presentati altri due emendamenti.
Considerazioni e chiarimenti sui punti principali del testo.
Prescrizione. Per gli incensurati e se non è intervenuta una sentenza di primo grado diminuisce il tempo necessario per far scattare la prescrizione. Il termine originario previsto per il reato, che viene elevato quando la prescrizione viene interrotta, verrà aumentato solo di un sesto, rispetto all'incremento di un quarto previsto fino ad oggi. Sono esclusi comunque i reati di grave allarme sociale.
Processo breve. Tre anni per la sentenza di primo grado dal momento in cui il pm formula l'imputazione; due anni per l'emanazione della sentenza di Appello; un anno e mezzo per la sentenza di Cassazione. Qualora non vengano rispettati i termini previsti nel testo scatterà per il capo dell'ufficio giudiziario l'obbligo di comunicazione al Procuratore generale presso la Cassazione e al ministro della Giustizia, perché possano eventualmente esercitare l'azione disciplinare.
I PUNTI CHIAVE DELLA PRESCRIZIONE. Il testo approvato dalla Camera, profondamente diverso rispetto a quello licenziato dal Senato e che tornerà adesso a palazzo Madama, ha cambiato ufficialmente nome, passando da "Misure per la tutela del cittadino contro durata indeterminata dei processi" a "Disposizioni in materia di spese di giustizia, danno erariale, prescrizione e durata del processo". Al centro del provvedimento, infatti, la norma introdotta dal relatore Maurizio Paniz, che riduce i tempi della prescrizione per gli incensurati. L'articolo 3 modifica il codice penale all'art. 161, già cambiato con la ex Cirielli e riduce, da un quarto a un sesto, il limite del prolungamento del tempo necessario a prescrivere. La norma si applica ai processi per i quali non è stata pronunciata sentenza di primo grado e non comprende i reati più gravi come mafia, terrorismo ed estorsione.
L'articolo 4 del testo riguarda la "durata ragionevole del processo e obbligo di segnalazione", dunque i "termini di fase". Il loro sforamento non determina l'estinzione del processo, ma la segnalazione, da parte del capo dell'ufficio giudiziario, al ministro della Giustizia e al Csm.
I termini di fase stabiliti dall'articolo 4 sono di sette anni e mezzo in tutti i gradi del processo, per i reati che prevedono pena pecuniaria o pena detentiva inferiore ai dieci anni. Per i reati che prevedono una pena pari o superiore ai dieci anni, i termini del processo, in tutti i suoi gradi, sono di 8 anni e mezzo. Per i reati di particolare allarme sociale previsti dall'art.51 (mafia e terrorismo), i termini massimi del processo, in tutti i suoi gradi, sono di 11 anni e mezzo. Il Presidente della Repubblica interpellato dai giornalisti ha affermato «Valuterò i termini di questa questione quando saremo vicini al momento dell'approvazione definitiva in Parlamento».
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