Si pensi a un susseguirsi sterminato di rocce cilindriche, alte oltre 100 metri, plasmate nei millenni dal clima estremo delle latitudini della Siberia, con escursioni termiche di 100 gradi centigradi, dai meno 60 invernali ai più 40 estivi. Unico nel suo scenario imponente e surreale, il parco naturale delle Colonne di Lena, nella taiga siberiana, è entrato, ultimo in ordine cronologico ma non di merito, nella lista dei beni Patrimonio dell'umanità Unesco, l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura, a chiudere la sessione 2012 dell'assegnazione dello status di Patrimonio dell'Umanità, da parte dell'Ente che fa capo all'Onu.
Un'edizione, quella del quarantennale, dalla nascita dell'idea di Patrimonio, nel 1972, che si è svolta a Pietroburgo ed è stata sicuramente meno fortunata di altre. Prima la polemica innescata dall'ingresso nella lista, con proceduta d'urgenza, della chiesa della Natività di Betlemme. Un'area che si trova in Cisgiordania, e che dall'Autorità nazionale della Palestina, entrata nell'Unesco nell'autunno scorso, era stata proposta. L'ingresso con simultanea annessione alla lista dei siti in pericolo, ha scatenato l'immediata risentita reazione di Israele e Usa. Anche peggio è andata per il Mali. I famosi templi di fango di Timbuctù, già World Heritage dal 1992, sono stati collocati tra i luoghi "endangered" a causa della guerra civile in corso nel paese africano. Ma questo ha scatenato la violenta reazione delle forze filo al-Qaeda che occupano la capitale Maliana, che hanno cominciato a distruggere a sassate i templi.
Ma ecco le novità della lista. Lo status è stato riconosciuto anche all'ex miniera di carbone di Bois du Cazier, nei pressi della cittadina belga di Marcinelle, tristemente famoso per la tragedia nella quale, l'8 agosto del 1956, persero la vita 262 minatori, 136 dei quali italiano. Marcinelle ha ricevuto il riconoscimento insieme ad altri tre siti minerari situati in Vallonia, la regione francofona del Belgio, testimonianza dell'era del carbone in Europa: Grand-Hornu, Bois-du-Luc, Bois du Cazier e Blegny-Mine, le aree meglio conservate in Belgio
Anche il Teatro dell'Opera di Bayreuth, la città che ospita ogni anno il festival wagneriano, è entrata nella lista dei siti classificati dall'Unesco come patrimonio dell'umanità. "Un monumento unico" della cultura del festival europeo di musica barocca", si legge nel comunicato dell'organizzazione Onu: entrarvi è "come fare un salto indietro nel tempo, all'epoca dell'ultimo barocco". Il teatro si trova ad appena un chilometro dal Festspielhaus che ospita ogni anno il festival della musica di Richard Wagner, ed è il 37esimo sito tedesco a entrare nella lista Unesco, facendo della Germania uno dei Paesi più presenti.
A sorpresa, anche Rio de Janeiro ha ottenuto il riconoscimento. "Il risultato è la consequenza di uno studio minuzioso dell'Istituto del Patrimonio Storico e Artistico nazionale - spiega il ministro della Cultura Ana de Hollanda - nel quale si è valutata la forma creativa con la quale gli abitanti si sono adattati alla topografia eccezionalmente bella e irregolare della città, inventandosi modi inediti di usufruire della vita".
L'Italia rimane a mani vuote. Non è passato il Piemonte, che aveva presentato la candidatura delle zone di Monferraro, Langhe e Roero. Sono pochi, del resto, i paesaggi vitivinicoli oggi iscritti nella lista del Patrimonio mondiale: la zona dell'Alto Douro in Portogallo, i vigneti dell'isola vulcanica di Pico nelle Azzorre, la zona del Tokaj in Ungheria, quella di Saint Emilion in Francia e la valle del Medio Reno in Germania. Ultimo, in ordine di tempo, il paesaggio dei vigneti terrazzati di fronte al lago Lemano e alle Alpi, nella regione svizzera del Lavaux. Per l'Italia l'inserimento nella lista del paesaggio vitivinicolo del Piemonte meridionale sarebbe stata un'assoluta novità ma purtroppo la proposta è stata rifiutata.
I siti Unesco sono ormai una piccola grande comunità di 962 elementi. Sempre più difficile, anno dopo anno0, trovare destinazioni blockbuster tra le novità. Ma forse questo non disturba chi ama esplorare e conoscere il mondo, che dalle nuove annessioni può trovare spunti per i propri viaggi futuri o anche solo per immaginarne qualcuno. E così, tra gli atri siti neoiscritti, ecco la "famosa" Rabat ma anche il sistema lacustre di Ounianga, nel Ciad, uno spettacolare reticolo di 18 laghi salati, salatissimi e dolci incastonato nel paesaggio lunare del deserto. O le meraviglie del Reef di Palau, nel Pacifico.
Ma c'è anche molta archeologia, tra Cina, Malesia, Israele e Turchia, e storia dell'uomo moderno: dai primi insediamenti francocanadesi di Pré alle aree minerarie, del Belgio ma anche del Nord-Pas de Calais (Francia, e sempre carbone), oltre a un'assegnazione mista ispano-slovena focalizzato sulla raccolta del mercurio, e ancora le case di legno degli agricoltori-imprenditori svedesi dell'Ottocento. E ancora, luoghi dove l'ecosistema la fa ancora da padrone (la catena montuosa indiana dei Western Ghats, l'origine dei monsoni), e il Sangha Trinational, parco nazionale che si estende tra Camerun, Repubblica Centrafricana e Congo, habitat di scimpanzé, gorilla, elefanti, coccodrilli de Nilo. Ultima curiosità. L'anno delle celebrazioni del 50mo anniversario della nascita dei Beatles ha portato la rimozione della loro città dalla lista dei siti in pericolo. I progetti di recupero urbano di Liverpool hanno dato i loro frutti.
4 luglio 2012