Una stazione radio sperimentale americana avrebbe paralizzato i contatti con la sonda marziana Phobos-Grunt da due settimane bloccata intorno alla Terra e incapace di volare verso il pianeta rosso.
L’accusa è pesante e fa nascere sospetti e teorie strane.
Anche perché non è un signor nessuno che la pronuncia ma il tenente generale Nikolay Rodoniov, che comandava il sistema di allerta russo nella rete di difesa dagli attacchi dei missili balistici.
La sonda lanciata l’8 novembre doveva sbarcare su Phobos, la luna maggiore di Marte, prelevare campioni di suolo e riportarli sulla Terra. Inoltre doveva liberare in orbita marziana un satellite cinese.
Invece appena giunta in orbita terrestre, lì è rimasta senza una spiegazione.
Le stazioni russe riescono a «vedere» il veicolo spaziale di 13,5 tonnellate con le loro antenne soltanto pochi minuti al giorno quando passa sul territorio russo. E in queste circostanze non sono riuscite a stabilire un contatto.
Mercoledì scorso l’antenna europea dell’Esa a Perth in Australia, sembrava aver compiuto il miracolo raccogliendo dei segnali, dati telemetrici che avevano fatto ben sperare nella possibilità di recuperare la missione. Innanzitutto la comunicazione avrebbe permesso di capire che cosa fosse successo a bordo stabilendo se il guaio era nel software o nell’hardware. Nel secondo caso, ovviamente, non ci sarebbe speranza. Dopo mercoledì, però, il silenzio era tornato. I dati ricevuti a Perth venivano inviati subito al centro di controllo di Mosca e agli ingegneri della Lavochkin costruttori della sonda. E qui gli esperti si trovavano davanti a un’amara sorpresa: il contenuto era danneggiato e finora illeggibile. Secondo i tecnici questo era la conseguenza dell’incompatibilità tra i sistemi dell’Esa e quello russo per cui nel travaso si era verificato il danno.
Il generale Rodionov ha un’opinione diversa e punta il dito accusatorio su una stazione radio americana situata a Gakona, in Alaska. Qui, riferisce l’ufficiale russo all’agenzia Ria Novosti, sarebbe in corso il programma di ricerca Haarp (High Frequency Active Auroral Research Program) dedicato allo studio della ionosfera e ai suoi influssi sulle telecomunicazioni. Ma c’è chi dice, immaginando complotti, che qui compiano addirittura esperimenti per realizzare una superbomba elettromagnetica capace di provocare disastri naturali su scala planetaria: dai terremoti ai cambiamenti climatici, all’inversione dei poli magnetici della Terra. Una fantastica e terribile teoria che finora non ha trovato alcuna prova. Ma il silenzio ha aumentato i sospetti come accade con la famosa Area 51 in Nevada. E il generale precisa senza indugio: «Le potenti radiazioni elettromagnetiche emesse da questa stazione possono aver danneggiato il sistema di controllo della sonda interplanetaria». Un’ipotesi da tecnico alla quale però non aggiunge alcun dettaglio.
I tentativi per stabilire contatti con Phobos-Grunt in Russia e con l’antenna dell’Esa proseguono. C’è tempo ancora una settimana e poi se la sonda non accende i propulsori e vola verso Marte si chiude la finestra di partenza, cioè il periodo favorevole per incontrare il vicino pianeta secondo le leggi della meccanica celeste. Allora sarà necessario aspettare due anni perché si ripresentino le stesse condizioni. E se i contatti restano impossibili la sonda è destinata a cadere sulla Terra presumibilmente entro la fine di dicembre.
29 Novembre 2011