Gli edifici storici e soprattutto i campanili danneggiati durante il terremoto che ha coinvolto l'Emilia saranno studiati nei dettagli con il very long terrestrial laser scanner, uno strumento che consente di costruire dettagliatissime mappe di deformazione.
«Invia milioni di punti verso l’oggetto che, una volta tornati indietro, vengono rielaborati dallo strumento per calcolare le distanze e dare le coordinate x, y e z all’oggetto stesso al fine di inquadrarlo in un sistema di riferimento», spiega Arianna Pesci, ricercatore all’Istituto nazionale di geologia e vulcanologia (Ingv) che ha iniziato gli esperimenti di monitoraggio delle torri di Bologna con il professor Enzo Boschi, docente di fisica all’Università di Bologna.
Più scansioni di immagini sovrapposte concorrono a realizzare un modello finale, risultato dell’unione di milioni di punti: analizzandolo si possono scovare piccole deformazioni, evidenziare condizioni di affaticamento, notare una morfologia particolare che può essere l’anticamera di future rotture o individuare anomalie rilevatrici di un processo degenerativo. Il modello precedente di questo scanner era stato usato a Ground Zero, a New York, per tenere d’occhio i fenomeni di subsidenza del terreno una volta rimossi i detriti prodotti dal crollo delle Torri Gemelle. Quello usato in Emilia è ancora più avanzato. Valuta gli edifici storici di San Carlo, di Sant’Agostino, Mirandola, Ficarolo, San Giacomo Roncole e le due Torri di Bologna con una precisione di 5-6 mm, consente di fare una scansione rapidamente nell’arco di 15-20 minuti e di fornire informazioni coerenti e stabili con un errore trascurabile nonostante l’angolo d’incidenza sfavorevole da cui esegue le misure.
«Gli strumenti architettonici risentono infatti di condizioni geometriche difficili e delle pessime prospettive a cui siamo obbligati a lavorare per prendere le misure», afferma Arianna Pesci. «Il very long terrestrial laser scanner ha permesso di superare anche queste difficoltà: consente di operare velocemente e in massima sicurezza nelle zone rosse, cioè non accessibili se non accompagnati dai vigili del fuoco». Dal campo di rovine ci si sposta al chiuso, in laboratorio, dove queste mappe dense di punti sono lette e interpretate. Se si sono prese misure negli anni precedenti il terremoto o negli intervalli tra una scossa e l’altra, si può fare un confronto delle scansioni per valutare nei minimi dettagli cosa è cambiato a tempi diversi.
«Una casistica abbondante è comunque benvenuta per capire come evolve la situazione in caso di altri sismi», precisa Pesci. Le misure rilevate aiutano gli ingegneri strutturisti per effettuare interventi tempestivi ed efficaci sia per la messa in sicurezza delle persone e sia per programmare in modo più incisivo i possibili lavori di recupero».
Da un punto di vista scientifico i dati scaturiti dal very long terrestrial laser scanner servono anche a creare una banca datiche fissi nel tempo la memoria storica delle strutture danneggiate e a costruisca un modello tridimensionale fedele da cui estrapolare chiare informazioni sulle reazioni delle stesse in caso di sisma. Analizzando nel dettaglio il danneggiamento, è possibile identificare possibili precursori di crollo in seguito ad altre sollecitazioni. Integrando i dati relativi al terreno con quelli acquisiti sugli edifici storici pericolanti, si può risalire alle conseguenze che si avrebbero sul sito e alle loro ripercussioni sulle strutture in caso di terremoto.
27 luglio 2012