Il numero di banche svizzere che potrebbero essere obbligate a fornire alle autorità americane ulteriori dati relativi alla loro clientela statunitense potrebbe aumentare. Non sarebbero infatti più undici gli istituti di credito nel mirino degli Usa, bensì diciassette. A rivelarlo è un articolo apparso sull’Handelszeitung, che cita una serie di fonti anonime interne al settore finanziario locale.
La campagna di Washington volta a scardinare il mercato offshore svizzero, valutato in circa 2 mila miliardi di dollari, non accenna dunque ad arrestarsi. Già nei giorni scorsi lo stesso quotidiano elvetico aveva sottolineato come al centro delle “attenzioni” americane ci siano anche colossi come Credit Suisse Group, Julius Baer Group e Wegelin & Co. Il tutto dopo che, come noto, UBS ha già aderito ad un accordo con gli Usa, che l’ha costretta a rivelare i nomi e le informazioni di circa 4 mila presunti evasori di cittadinanza americana.
La stampa svizzera, tuttavia, non specifica quali siano i sei istituti di credito che sono stati aggiunti all’inchiesta statunitense. Ciò che sembra chiaro è la volontà di scavare a fondo: non ci si limiterà infatti a verificare se i clienti delle banche abbiano o meno aggirato il fisco Usa nella nazione alpina, ma si cercherà anche di comprendere se, da lì, abbiano sfruttato anche altri paradisi fiscali, in particolare quello delle Virgin Islands.
28 Ottobre 2011