Come accaduto in numerosi altri Paesi occidentali, anche la Norvegia si trova a dover fare i conti con la questione immobiliare. Le autorità regolatorie locali potrebbero decidere di imporre alle banche nuove regole al fine di evitare una possibile pesante ondata di perdite legate alla recente crescita nel real estate. «Se i cittadini si indebitano, e se continuano ad aumentare i prezzi delle case, i rischi non possono che intensificarsi», ha spiegato all’agenzia Bloomberg Morten Baltzersen, direttore generale dell’Autorità di supervisione finanziaria di Oslo. Pur non parlando esplicitamente di “bolla”, il dirigente ha spiegato che più a lungo proseguirà la dinamica, più il comparto bancario locale sarà in pericolo. Vero è che le condizioni della Norvegia rimangono tra le migliori in Europa: il fondo sovrano da 535 miliardi di dollari fino ad oggi ha costituito uno scudo contro la crisi debitoria dell’Eurozona; il tasso di disoccupazione è il più basso del continente, al 2,7%, e la crescita dei salari è prevista superiore al 4% quest’anno.
Proprio tali dati, però, alimentano la domanda di credito, e conseguentemente il mercato immobiliare. Non a caso ad agosto il costo del mattone è aumentato del 9,4% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, secondo i dati riferiti dalla Real Estate Brokers Association. Il valore complessivo dei prestiti erogati, similmente, a luglio è cresciuto del 7,1% (sempre su base annuale), raggiungendo il picco massimo degli ultimi 30 mesi.
E, in tutto ciò, il calo generalizzato dei tassi di interesse a livello globale rende difficile una manovra della Norges Bank sul fronte monetario. Per questo si potrebbe prediligere un intervento diretto sulle banche, a cominciare dai ratio relativi ai crediti concessi.
Ottobre 2011