E’ all’ordine del giorno della prossima riunione del Cipe la seconda tranche del finanziamento da un miliardo di euro stanziato dal Governo per l’edilizia scolastico
La notizia è stata resa nota dal Ministero dell’Istruzione con apposito comunicato. Il finanziamento, cui il Cipe darà il via libera nei prossimi giorni, ammonta a 426 milioni di euro e segue le precedenti tranche da 358 milioni di euro già assegnati ai primi 1.706 interventi più urgenti, individuati grazie all’aggiornamento dell’anagrafe dell’edilizia scolastica e da 226 milioni di euro, dedicata alla ricostruzione delle scuole dell’Abruzzo colpite dal sisma. Il 25 agosto scorso, inoltre - informa il Miur -, è stato dato il via libera definitivo ai 222 milioni di euro, finanziati con fondi FESR (Fondo Europeo di Sviluppo riservato alle Regioni Obiettivo 1), dedicati agli edifici scolastici del Sud, per 541 interventi che saranno realizzati nel 2012 e nel 2013.
E’ all’ordine del giorno della prossima riunione del Cipe la seconda tranche del finanziamento da un miliardo di euro stanziato dal Governo per l’edilizia scolastico
La notizia è stata resa nota dal Ministero dell’Istruzione con apposito comunicato.
Il finanziamento, cui il Cipe darà il via libera nei prossimi giorni, ammonta a 426 milioni di euro e segue le precedenti tranche da 358 milioni di euro già assegnati ai primi 1.706 interventi più urgenti, individuati grazie all’aggiornamento dell’anagrafe dell’edilizia scolastica e da 226 milioni di euro, dedicata alla ricostruzione delle scuole dell’Abruzzo colpite dal sisma.
Il 25 agosto scorso, inoltre - informa il Miur -, è stato dato il via libera definitivo ai 222 milioni di euro, finanziati con fondi FESR (Fondo Europeo di Sviluppo riservato alle Regioni Obiettivo 1), dedicati agli edifici scolastici del Sud, per 541 interventi che saranno realizzati nel 2012 e nel 2013.
Per ottenere un quadro completo sulla condizione delle strutture scolastiche, il Miur, in collaborazione con le Regioni, ha aggiornato l’anagrafe degli edifici scolastici.
Edilizia scolastica poco sicura in tutta Italia, con il 46% delle scuole costruite tra il 1965 e il 1990, e circa e 9 milioni di persone, tra docenti, personale amministrativo e alunni, a rischio quotidiano di incolumità.
Sono questi alcuni dei dati poco rassicuranti snocciolati da Gian Vito Graziano, presidente del Consiglio nazionale dei geologi. correlate.
“Su oltre 50.000 scuole presenti in Italia - ha affermato Graziano -, che comprendono pressappoco 9 milioni di utenti, il 95% degli edifici scolastici è stato costruito, secondo dati del ministero dell’Istruzione, tra il 1900 e il 1990 e, in particolare, il 46% di questi è stato realizzato tra il 1965 e il 1990.
Da ciò si evince una totale carenza di sicurezza in merito agli attuali standard normativi sul rischio sismico, primi tra tutti i dettami delle nuove Norme Tecniche sulle Costruzioni (DM 14/01/2008) e le circolari ministeriali successive”.
Graziano ha poi ricordato che “il 57% delle nostre scuole non possiede il certificato di idoneità statica, cioè quel documento che certifica la ‘buona salute’ dei pilastri, delle travi e di tutte le parti strutturali di un edificio, e il 34% delle stesse è ubicato in aree sismiche”.Emanuele Doria, presidente dei geologi di Sicilia, ha aggiunto che in Italia l’11% degli edifici scolastici è ospitato in edifici nati con altre destinazioni d’uso, e oggi più che mai, alla luce delle nuove norme tecniche per le costruzioni, è necessario dare il corretto valore di classe d’uso agli edifici da progettare. “Nonostante il Piano straordinario per la messa in sicurezza delle scuole di cui all’art. 80, comma 21, della legge 289/2002 (Finanziaria 2003) - ha continuato Doria - , nel quale i numeri sulla messa in sicurezza degli edifici scolastici erano calcolati con criteri riferibili a vecchie norme degli anni ’70 e ’80, non risulta semplice fare delle stime per la messa in sicurezza delle nostre scuole”.
Per quanto riguarda la Sicilia, Doria ha sottolineato che, “secondo dati divulgati a mezzo stampa qualche anno fa, nella nostra regione il 90% degli edifici pubblici verificati non ha superato i test antisismici. La nostra classe politica - ha aggiunto - ha il dovere di fare qualcosa per garantire maggiore sicurezza alle nostre scuole e a quanti le vivono nel quotidiano”.
La nota dei due presidenti conclude auspicando l’avvio di studi di microzonazione sismica a livello comunale perché “come già previsto nell’ordinanza del presidente del Consiglio dei ministri 3907/2010, passata in sordina per la maggior parte dei Comuni, si istituisca un fondo aggiuntivo al contributo nazionale per l’effettuazione di studi di microzonazione sismica, a favore della sicurezza degli edifici nelle zone a rischio sismico, come già fatto da molte Regioni”.
Questa banca dati è stata completata e contiene per la prima volta, oltre agli elementi strutturali (strutture portanti, coperture, intonaci, impianto di riscaldamento, impianto idrico, impianto igienico sanitario), anche gli elementi non strutturali degli edifici (controsoffitti, tramezzature, parapetti, data di costruzione e ultima ristrutturazione, stato di conservazione ed eventuale degrado, rischio sismico, presenza di barriere architettoniche, certificazioni antincendio, idoneità statica, presenza di amianto). L’anagrafe può essere consultata e aggiornata on line dalle istituzioni competenti.
1 Ottobre 2011