Il lancio del razzo europeo Vega è stato un successo prima di tutto della tecnologia italiana, perché la maggior parte dei sistemi impiegati è stata concepita e realizzata nel nostro Paese. Il sogno del professor Luigi Broglio, il padre dello spazio italiano che nel 1964 lanciava il primo satellite tricolore si è avverato. Broglio aveva proposto e si era impegnato a realizzare un vettore spaziale italiano in un’ottica europea. La sua idea attraverso l’Agenzia spaziale italiana ASI è diventata un programma europeo dell’ESA mantenendo l’impronta e il lavoro dei nostri ingegneri (65 per cento) anche se complessivamente 42 società di 12 Paesi del Vecchio Continente hanno condiviso il programma. In questa stagione il clima nella base spaziale europea di Kourou ai bordi della foresta amazzonica è alterno e la finestra di lancio rimaneva aperta per tre ore per aggirare anche il rischio di qualche pioggia improvvisa.
Alle sette del mattino, ora locale (le 11 in Italia) il razzo Vega si è proiettato verso lo spazio scomparendo in fretta tra le nuvole lasciando solo una coda di rumore. I quattro stadi del vettore si accendevano regolarmente e dopo una sequenza complicata di manovre orbitali compiuta con l’ultimo stadio a propellenti liquidi (gli altri sono a propellenti solidi) il satellite Lares veniva liberato. Erano passati 55 minuti e la prima tappa era raggiunta. Un quarto d’ora più tardi anche gli altri otto satelliti erano sistemati correttamente in orbita: Almasat-1 dell’Università di Bologna e sette micro satelliti (cubi di 10 centimetri di lato) di altrettante università europee.
Il successo di Vega lo si deve innanzitutto ad Antonio Fabrizi che al quartier generale dell’ESA a Parigi ha governato il programma mentre la sua realizzazione era guidata da Stefano Bianchi sempre dell’ESA. Industrialmente il piano nasceva agli inizi degli anni Novanta da una commessa dell’ASI all’allora società BPD guidata da Pier Giorgio Romiti poi diventata Avio. E nel 1998 diventava un progetto dell’ESA europea che ora ha disposizione un nuovo lanciatore per piccoli satelliti pesanti 1500 chilogrammi destinati alla scienza e all’osservazione della Terra.
Il programma è costato 710 milioni di euro e ogni lancio costerà 24,5 milioni di euro; un valore competitivo con altri concorrenti stranieri rendendo più accessibile lo spazio. Il satellite Lares progettato dal professor Paolozzi dell’Università La Sapienza di Roma permetterà al professor Ignazio Ciufolini dell’Università del Salento di effettuare un esame alle teorie di Einstein. Alle sue spalle un team internazionale di scienziati americani, europei e russi. Vega, il razzo a propellenti solidi tecnologicamente più avanzato finora costruito (è tutto in fibra di carbonio) è un successo della nostra tecnologia industriale (da Avio per il razzo a Vitrociset per gli impianti di terra da Selex Galileo a Telespazio a Cgs e un consorzio di piccole aziende impegnate nei satelliti), che si traduce in posti di lavoro in un campo estremamente qualificato e d’avanguardia.
Il Centro di ricerche aerospaziali CIRA di Capua ha partecipato, poi, nello studio dello stesso razzo. «Oltre il successo del lancio dobbiamo aggiungerne un secondo per il futuro di Vega – nota Enrico Saggese, presidente dell’Asi – perché il direttore dell’agenzia spaziale tedesca Worner ha comunicato che la Germania parteciperà alla realizzazione del nuovo quarto stadio del Vega, ora l’unico non europeo, e di origine ucraina. Inoltre le tecnologie fin qui sviluppate sono già considerate per il nuovo programma del successore del vettore Ariane-5 per lanciare grandi satelliti».
«L’Europa ha un nuovo e affidabile lanciatore spaziale da cui trarre benefici per la sua commercializzazione – commenta Jean-Jaques Dordain, direttore generale dell’ESA – Ed è una dimostrazione che gli investimenti nello spazio aiutano l’economia». Adesso sono previsti sei mesi di analisi dei dati per essere certi che tutto si sia svolto nel migliore dei modi, si procederà alla preparazione del secondo lancio di Vega previsto l’anno venturo con un satellite scientifico Proba-B dell’ESA la quale ha già prenotato altri quattro lanci compresi due Sentinel per l’osservazione ambientale.
13 Febbraio 2012