Chi ha perso la vista a causa di lesioni al nervo ottico potrebbe avere qualche beneficio da un trattamento non invasivo chiamato rtACS, ovvero stimolazione ripetitiva transorbitale con corrente alternata. Lo suggerisce uno studio pubblicato di recente sulla rivista Brain Stimulation.
Nello studio, coordinato da ricercatori dell’University of Magdeburg di Berlino, sono stati presi in considerazione 42 pazienti con problemi visivi successivi a un danno del nervo ottico. I partecipanti sono stati casualmente divisi in due gruppi e trattati con l’rtACS o una sua simulazione.
La tecnica prevede il posizionamento di elettrodi vicino agli occhi e i pazienti coinvolti hanno fatto una seduta al giorno, di 10-20 minuti per occhio, per 10 giorni.
Ebbene i dati raccolti mostrano che la vera stimolazione con corrente alternata, rispetto a quella simulata, si è rivelata capace di indurre una diminuzione del 41% per campo visivo perso e, quindi, di migliorare in modo significativo le dimensioni del campo visivo. Non solo, gli stessi pazienti hanno riferito di aver notato un miglioramento della visione generale.
«I nostri dati sono importanti perché mostrano che la cecità parziale può essere invertita – sostiene Bernhard Sabel, uno degli autori dello studio -.
Abbiamo dimostrato per la prima volta che ciò può accadere usando una procedura non invasiva che somministra corrente elettrica alternata».
Ma come è possibile che la visione migliori se le cellule nervose sono ormai morte?
L’idea dei ricercatori, nel momento in cui hanno pensato di ricorrere alla stimolazione transorbitale, era quella di aumentare la plasticità del sistema visivo e migliorare la capacità visiva residua. E questo sembra, in effetti, quello che si è verificato nei pazienti trattati.
«Le cellule del tessuto nervoso sono definite "perenni" in quanto il patrimonio che abbiamo a disposizione alla nascita ci resta per tutta la vita e, in caso di danno, non può in alcun modo essere incrementato – fa notare il professor Francesco Bandello, direttore della Clinica oculistica presso l’Istituto Scientifico Universitario San Raffaele di Milano -.
Per questo motivo i benefici osservati con la corrente alternata sono verosimilmente conseguenza di una sorta di riabilitazione funzionale che sfrutta la ripresa di cellule nervose, che avevano subito un grave danno, ma che non erano ancora andate incontro a morte».
22 Novembre 2011