Anche il colosso dei mobili low-cost, Ikea, potrebbe soffrire il passaggio generazionale. Il suo inventore, Ingvar Kamprad, ha abbandonato ogni ruolo nell'azienda svedese e ora anche il gruppo che ha esteso al mondo intero la sua concezione di consumo e stile - per quanto riguarda l'arredamento - si trova in una crisi di panico che ricorda la "provinciale" piccola e media azienda italiana. Quella nella quale il tramonto del "vecchio" imprenditore, che ha dato vita e fatto prosperare una piccola realtà industriale, rischia di gettare nello scompiglio il giocattolo creato, soprattutto se le seconde linee della famiglia non sono all'altezza e non si riesce a imporre una classe di manager che guidi la transizione.
Secondo quanto riportato dal Financial Times, l'ottantottenne imprenditore ha lasciato il board delle due fondazioni che a vario titolo possiedono le varie componenti societarie del mobilificio; la mossa sarebbe arrivata a dicembre, secondo i funzionari della compagnia, ed è in parte mitigata dal fatto che Kamprad mantenga il ruolo di senior advisor del mobilificio.
Il passo indietro di Kamprad, che il quotidiano della Cityi definisce "uno dei più importanti imprenditori del dopoguerra in Europa e degli uomini più ricchi", completa un processo decennale di ritirata dal potere gestionale, per trasferire gradualmente la responsabilità ai suoi tre figli. "Sta cercando di ritirarsi dal lavoro ufficiale adesso, all'età di 88 anni", spiega un suo portavoce; "capite come questo sia un ulteriore passo nel passaggio generazionale".
Il problema è che ora Ikea resta senza una guida chiara; secondo gli analisti ed alcuni ex dirigenti ora ci sarà la prova del nove per la struttura complessa che Kamprad ha messo campo per cercare di pagare meno tasse e proteggere la sua creatura da un'acquisizione o da eventuali controversie tra gli eredi. Dal punto di vista societario, infatti, Ikea è divisa in due parti. Da una parte c'è il retailer vero e proprio, Ikea, che è di proprietà della Fondazione Stichting Ingka, con sede nei Paesi Bassi. L'altra parte della galassia è l'Inter Ikea, che possiede il marchio della catena e la proprietà intellettuale; quest'ultima è controllata dalla Fondazione Interogo, con sede in Liechtenstein. Proprio da questi due veicoli ora è sparito il nome di Kamprad, che pure fin dalla metà degli anni Ottanta aveva dato l'addio alla poltrona di ceo di Ikea e pian piano si era ritirato dal ruolo operativo di manager.
Dopo una serie di indiscrezioni sulla possibilità di presentare uno dei suoi figli come suo successore principale, Kamprad negli ultimi anni ha in verità piazzato tutti e tre i suoi rampolli in varie poltrone dell'impero. Suo figlio più giovane, Mathias, è presidente di Inter Ikea; Jonas, quello di mezzo, è nel consiglio di Ikea Group; e il suo primogenito Peter presiede Ikano, che gestisce il patrimonio di famiglia, insieme a numerosi negozi Ikea.
5 maggio 2014