Il governo potrebbe rivedere entro il prossimo 31 luglio le aliquote di base della nuova Imposta Municipale Unica, la vecchia Ici, in funzione del gettito che sarà registrato con il pagamento dell'acconto, atteso entro maggio.
La possibilità di rivedere l'importo della nuova tassa è emersa ieri al Senato con un emendamento dei relatori al decreto di semplificazione fiscale, presentato in accordo con il governo.
Con lo stesso emendamento i relatori, Antonio Azzollini e Mario Baldassarri (Pdl e Fli), hanno anche chiarito le modalità di pagamento della prima rata dell'Imu, dopo la sollecitazione dei Centri di assistenza fiscale (Caf), già alle prese con le dichiarazioni dei redditi, ma senza indicazioni formali da parte del governo.
L'emendamento specifica che per il 2012, il primo anno di applicazione dell'Imu, il pagamento della prima rata cui adempiere entro il 18 giugno, ovvero l'acconto «è effettuato, senza applicazione di sanzioni e interessi, in misura pari al 50% dell'importo ottenuto applicando le aliquote di base e la detrazione previste».
I contribuenti dovranno dunque calcolare l'importo della tassa, moltiplicando per 160 la rendita catastale (rivalutata del 5%), applicare l'aliquota di base (il 4 per mille sulla prima casa, il 7,6 per mille su tutti gli altri immobili, e non quella eventualmente già deliberata dai pochi Comuni che l'hanno decisa), togliere le detrazioni forfettarie, che sono pari a 200 euro più 50 euro per ogni figlio a carico di età fino a 26 anni, e pagare la metà di quest'importo.
A dicembre, cioè con il saldo, si pagherà il resto, tenendo conto delle aliquote effettivamente stabilite nel frattempo dal Comune di residenza, che possono essere il 2 per mille in più o in meno per la prima casa (quindi dal 2 al 6 per mille) e il 3 per mille in più o in meno sugli altri immobili (per i quali l'Imu può variare, dunque, da un minimo dello 0,46% al massimo dell'1,06%).
Ad oggi solo pochissimi Comuni hanno già fissato le aliquote definitive dell'Imu, anche perché hanno tempo per farlo entro la fine di giugno.
Tutto resterà dunque in sospeso fino all'estate. A determinare la possibile revisione sarà la verifica delle previsioni di gettito sulla base dei versamenti in acconto e, probabilmente, l'andamento complessivo dei conti pubblici. Per ora dal Tesoro arrivano buoni segnali. Nei primi tre mesi dell'anno, secondo i dati diffusi ieri, il fabbisogno complessivo è stato di 28,2 miliardi di euro, quasi tre miliardi meno rispetto al primo trimestre del 2011. Nel solo mese di marzo il fabbisogno è stato di 17,5 miliardi, anche in questo caso inferiore di circa 3 miliardi al mese di marzo del 2011.
3 Aprile 2012