Clini è convinto della necessità di una norma che escluda definitivamente la possibilità dei condoni edilizi, ma non quelli degli abusi su edifici esistenti (ampliamenti, sopraelevazioni); secondo Clini non dovranno mai più essere condonati gli edifici realizzati dove non lo si poteva fare.
Due giorni fa il Ministro, nella sua seconda audizione in Commissione Ambiente del Senato, è intervenuto nuovamente su sicurezza del territorio, rischio idrogeologico, incentivi alle rinnovabili.
Il Ministro ha spiegato che il programma per la messa in sicurezza del territorio deve comprendere sia azioni di competenza pubblica - quali la regolazione dell’uso del suolo, a cominciare dall’aggiornamento della normativa urbanistica -, sia misure - come il credito di imposta - che incentivino usi del territorio capaci di indurre i privati a realizzare interventi di manutenzione e messa in sicurezza.
Un esempio di incentivazione per i privati - ha aggiunto il Ministro - potrebbe essere un fondo rotativo con la Cassa depositi e prestiti, che consenta di erogare crediti a basso tasso che facilitino investimenti privati nelle aree a rischio.
In Senato Clini ha rilanciato la possibilità di adottare misure di ‘rilocalizzazione preventiva’ nei casi in cui vi sia un rischio per insediamenti, abitativi o produttivi, siti in zone particolarmente vulnerabili dal punto di vista idrogeologico. La rilocalizzazione interesserebbe in primo luogo insediamenti di nessun pregio, di scarsa abitabilità e magari realizzati in violazione della normativa vigente. Concetti già espressi nella prima audizione e all’indomani delle alluvioni abbattutesi sul Sud Italia (leggi tutto).
Il Ministro si è detto d’accordo con la proposta, avanzata da un componente della Commissione, di sottrarre all’autorizzazione paesaggistica interventi di prevenzione del rischio idrogeologico quali l’abbattimento di un brutto edificio o l’innalzamento di argini.
Quanto agli investimenti in sicurezza, le politiche incentivanti per la tutela dell’ambiente - ha detto Clini - dovrebbero essere valutate sulla base degli effetti economici che possono determinare e non semplicemente in base alla disponibilità di risorse pubbliche, come invece accaduto in passato. E ha definito assurdi i vincoli derivanti dal Patto di Stabilità che impediscono l’uso delle risorse disponibili per interventi, pure urgenti e necessari, di tutela ambientale.
Infine, sulle energie rinnovabili, Clini ha escluso modifiche al quarto Conto Energia sul fotovoltaico, ormai consolidato, ma ha detto che “occorre comunque riorientare, almeno in parte, gli incentivi alle rinnovabili” per valorizzare investimenti capaci di creare valore aggiunto in Italia sul terreno della ricerca e dello sviluppo.
Le misure illustrate in Senato comporranno il ‘pacchetto ambiente’ che il Ministro Clini presenterà nel Consiglio dei Ministri del 5 dicembre, come annunciato qualche giorno fa (leggi tutto).
Plaude alle dichiarazioni del Ministro, Legambiente: “Siamo assolutamente concordi col ministro - ha detto il presidente Vittorio Cogliati Dezza -, apprezziamo in modo particolare la sua presa di posizione contro le ipotesi di nuovi condoni edilizi per poter invece mettere concretamente mano alle opere di messa in sicurezza di un territorio fragile e martoriato come il nostro. Giusto anche estendere il meccanismo degli incentivi ai privati sulla scia del 55% applicato per l’edilizia agli interventi per la messa in sicurezza statica e antisismica degli edifici”.
2 Dicembre 2011