Quando nel Duemila Craig Venter mappava il genoma umano emergeva che solo 35 mila geni entravano attivamente nel gioco della nostra vita. Ma questi rappresentavano appena l'1 per cento del panorama genetico che i ricercatori si trovavano davanti. Non comprendendo a che cosa servisse il restante 99 per cento lo definirono «spazzatura» o «materia oscura» richiamando quella altrettanto incognita dell'universo. Ma nessuno ci credeva e si cominciò un'indagine che ha portato a scoprire una verità ben diversa, presentata mercoledì a Londra e pubblicata sulle riviste Nature, Genome Research e Genome Biology.
La nuova «Enciclopedia degli elementi del Dna» (Encode) dimostra che tutto il 99 per cento partecipa in qualche modo alla fabbricazione delle proteine. «Ora abbiamo un elenco delle parti di ciò che ci rende umani», ha commentato Mark Gerstein dell'Università di Yale e uno dei protagonisti dell'operazione.
In pratica, analizzando la presunta «materia oscura» hanno identificato le sequenze genetiche che gestiscono la regolazione del genoma.
«È un aspetto fondamentale», spiega Piero Benedetti, biologo molecolare dell'Università di Padova.
«Se la codifica è sbagliata in eccesso o in difetto nascono le malattie». Quindi il bene o il male del nostro organismo dipende soprattutto dal corretto funzionamento di questa montagna di geni. Altro che spazzatura; invece è la chiave di base.
7 settembre 2012