Dalla crisi («I quattro anni più lunghi della mia vita»), ai mercati («Stanno esagerando il rischio del debito»), passando per il credit crunch («Sappiamo di aver evitato un'enorme crisi di liquidità»). Mario Draghi a Davos è intervenuto al Forum economico mondiale e ha toccato alcuni aspetti che in questo momento tengono l'Eurozona con il fiato sospeso.
La buona notizia per il presidente della Bce è che la zona euro ha fatto progressi notevoli contro la crisi debito che la attanaglia dal dicembre 2009. «È sbalorditivo. Se fate un raffronto tra la situazione di oggi e quella degli ultimi cinque mesi, la zona euro e tutto un altro mondo». Secondo Draghi, «per molti anni gli spread non hanno assolutamente rispecchiato i diversi livelli di rischio dei vari bond governativi» perché erano «nel complesso tutti molto bassi». Ma, in 0gni caso è stato «un potente motore di riforma». Certo è che «i mercati stanno esagerando il rischio del debito governativo e questo può andare avanti ancora un po'». Dopo la crisi finanziaria del 2008, ha precisato il presidente dell'Eurotower, «tutto ad un tratto sono diventati superiori al rischio effettivo». Draghi ha chiarito che negli ultimi anni abbiamo assistito «a un accumulo di leva finanziaria sia eccessivo sia scorrettamente percepito».
Ma il lavoro non è finito in Europa. «Il Fiscal Compact, questa serie di regole a livello di trattato, è molto importante perchè di base sottrae dalla sovranità nazionale parte della discrezionalità della politica fiscale». «È necessario affinché i Paesi dell'euro area tornino ad avere fiducia l'uno nell'altro. Ed è importante perchè è un primo passo, anche se timido, verso un unione fiscale». La Banca centrale europea «difende la stabilità dei prezzi in entrambe le direzioni». Mario Draghi, ha evocato l'ipotesi che la politica monetaria debba anche prendere in considerazione il rischi al ribasso dell'inflazione.
27 Gennaio 2012