Iniziano a delinearsi i criteri per individuare le opere pubbliche incompiute, in modo da poterle riutilizzare in base allo stato di avanzamento dei lavori, anche con scopi alternativi rispetto a quelli inizialmente previsti.
Una bozza di regolamento, predisposta dal Ministero per le Infrastrutture e i Trasporti, individua quindi le modalità con cui redigere l’anagrafe delle opere incompiute, così come previsto dalla Manovra Salva Italia.
Il decreto chiarisce innanzitutto che un’opera è incompiuta quando non viene completata e non è fruibile alla collettività per mancanza di fondi, cause tecniche, nuove norme incompatibili con la sua realizzazione o fallimento dell’impresa appaltatrice.
L’insieme delle opere incompiute sarà raccolto in un elenco pubblicato sul sito del Ministero delle Infrastrutture e diviso in due sezioni a seconda che l’opera abbia interesse nazionale o regionale – locale.
Per ogni opera è indicata la sua localizzazione, la descrizione e la sua classificazione come edilizia pubblica, ferrovia, strada ecc.
La scheda dell’opera conterrà anche indicazioni sulla Stazione Appaltante, importo complessivo dell’intervento e percentuale di avanzamento dei lavori.
Sulla base dei dati raccolti, si stila una graduatoria delle opere in base al grado di ultimazione, in modo da valutarne destinazioni d’uso alternative e talvolta ridimensionate rispetto a quelle inizialmente previste.
La graduatoria sarà formata in ordine decrescente in base alla percentuale di avanzamento lavori.
Ricordiamo che il regolamento per la creazione della banca dati delle opere incompiute doveva essere messo a punto entro la fine di marzo.
La legge contenente la Manovra Salva Italia al comma 6 dell’articolo 44-bis prevedeva infatti l’approvazione di un decreto del Ministero delle Infrastrutture entro tre mesi dal 28 dicembre 2011, data della sua entrata in vigore.
5 settembre 2012