Accise sui carburanti in aumento: dal 1° gennaio 2015, sarà un provvedimento del direttore dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, da adottare entro la fine del 2014, a stabilire l’esatta quantificazione in modo da reperire 671 milioni nel 2015 e 17,8 milioni di euro nel 2016. Il motivo? L’abolizione dell’Imu sulle abitazioni principali, avvenuta nel 2013, la cui copertura è stata solo in parte assicurata dalla maggiore Iva incassata dall’Erario attraverso l’accelerazione dei pagamenti da parte della Pubblica amministrazione e dalla sanatoria ai concessionari dei giochi: lo ha calcolato la CGIA (associazione artigiani e piccole imprese) di Mestre.
Clausola che strangola l’automobilista
Infatti, per reperire il gettito mancante, è scattata una clausola di salvaguardia: pertanto, secondo una stima della Cgia, a partire dal primo gennaio 2015 aumenteranno le accise sui carburanti per un importo pari a 1,8 centesimi di euro al litro. L’effetto finale, se si considera che questo aumento ritocca all’insù la base imponibile Iva, si traduce in un incremento complessivo di 2,2 centesimi di euro al litro. Nonostante il greggio sia sceso sotto i 64 dollari, sottolinea il segretario della CGIA, Giuseppe Bortolussi, "In Italia il prezzo dei carburanti alla pompa rimane ancora molto elevato. Ovviamente, a incidere è il carico fiscale che, sia sulla benzina sia sul gasolio per autotrazione, non ha eguali in Europa. Inoltre, tenuto conto che oltre l’80% delle nostre merci viaggia su gomma non è da escludere che gli aumenti di inizio anno spingeranno all’insù soprattutto i prezzi dei principali beni di consumo, penalizzando le famiglie più in difficoltà". Una famiglia, con un auto di media cilindrata (1.400 cc) alimentata a benzina che percorre mediamente 15.000 chilometri all’anno, nel 2015, rileva la CGIA, pagherà al proprio benzinaio 20 euro in più di tasse rispetto al 2014. Occhio: se la comparazione viene eseguita rispetto al 2010, anno che ha preceduto tutta la raffica di aumenti, l’incremento sarà di 249 euro. Così, una famiglia con un auto (2.000 cc) alimentata a gasolio che percorre mediamente 25.000 chilometri all’anno, invece, l’anno prossimo pagherà 28 euro in più di tasse. Il confronto sul 2010? L’incremento sarà di 387 euro.
Revisioni, si cambia
Dal 1° gennaio 2015 scatterà lo stop delle revisioni eseguite in maniera superficiale. Richiesta, peraltro, sollevata a gran voce da tutti gli operatori del settore, che, in questi anni, hanno agito onestamente a fronte di una piccola parte di centri autorizzati che agevolavano le “promozioni” di vetture e moto non proprio perfettamente a norma. La revisione eseguita sull’auto dovrà essere effettuata tramite videosorveglianza, comunicata in tempo reale alla Motorizzazione civile e quindi strettamente monitorata, così come previsto dal nuovo protocollo per le revisioni denominato “Mctcnet2”. Se gli autoriparatori salutano con soddisfazione questa novità, i centri di revisione, fanno sapere dalla CGIA, sono preoccupati perché la nuova revisione comporterà sia un deciso aumento dei costi sia un nuovo numero di adempimenti burocratici da espletare. Per adeguarsi alle disposizioni previste dal nuovo protocollo, i centri autorizzati hanno già sostenuto una spesa di almeno 10.000 euro per l’adeguamento dei macchinari e dei software, a fronte di una tariffa ministeriale che è ferma da oltre 7 anni. Dice Roberto Bottan, presidente degli Autoriparatori: “Ci sarà una maggiore sicurezza dei dati, un’imparzialità dei risultati e uno stop alle frodi sulle revisioni. L’introduzione della tecnologia per controllare le revisioni dei veicoli comporterà, infatti, l’impossibilità da parte degli operatori di modificare un eventuale esito negativo della stessa. Diventa fondamentale far controllare i propri mezzi dal meccanico di fiducia mantenerli efficienti ed essere certi della funzionalità prima di portarli in sede di revisione”. La tariffa della revisione è stabilità dal ministero dei Trasporti e costa all’utente 65,68 euro. Sia per le auto sia per le moto la prima revisione va effettuata dopo 4 anni dall’immatricolazione: successivamente ogni due anni.
Codice della strada: rincari
Aumentano anche gli importi delle multe. Lo dice l’articolo 195, comma 3, del Codice della strada: è una norma che esiste dal 1993. L'eccezione potrebbe esserci se solo non esistesse l'inflazione; ma, appunto, trattasi di ipotesi che mai si verificherà . Risultato, le sanzioni diventeranno più costose dell’1% dal 1° gennaio 2015: "La misura delle sanzioni amministrative pecuniarie è aggiornata ogni due anni in misura pari all'intera variazione, accertata dall'Istat, dell'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (media nazionale) verificatasi nei due anni precedenti. All'uopo, entro il 1° dicembre di ogni biennio, il ministro della Giustizia, di concerto con i ministri dell'Economia e delle Finanze, e delle Infrastrutture e dei Trasporti, fissa i nuovi limiti delle sanzioni amministrative pecuniarie, che si applicano dal 1° gennaio dell'anno successivo", parola di Codice. Siccome l'anno di entrata in vigore della norma è il 1993, i bienni sono già scattati 10 volte in passato: nel 2015 ci sarà l’unicesimo adeguamento.
29 dicembre 2014