Aggiornata con le novità introdotte dal Decreto del Fare convertito con modifiche in L. 98/2013, l'Opera analizza nel dettaglio l'istituto del concordato preventivo e ne esamina tutti gli aspetti: dall'ammissione all'esecuzione, dagli effetti sul debitore e sui creditori alla risoluzione ed annullamento.
A partire da un costante confronto con il diritto vivente, il volume fornisce il quadro completo della dottrina e delle più recenti interpretazioni giurisprudenziali riportate in ciascun capitolo e approfondisce il nuovo istituto del concordato in bianco o con riserva che consente al debitore di presentare la domanda di ammissione e di produrre la proposta e il piano.
Ricco di casi pratici, il manuale illustra in modo dettagliato i passi da seguire per l'applicazione corretta del concordato preventivo in caso di crisi e/o insolvenza dell'azienda e con un'analisi dettagliata degli strumenti operativi messi a disposizione dal legislatore, guida il professionista nella gestione della negoziazione debitore/creditori.
Con taglio interdisciplinare, il testo esamina le questioni giuridiche più problematiche e individua le soluzioni ottimali per la bonaria conclusione della crisi di impresa ed è così di seguito organizzato:
Capitolo I - Il concordato preventivo nella regolazione della crisi di impresa
1. L'evoluzione del diritto dell’impresa: l’assetto attuale
• Il potenziamento dell’autonomia privata. Le riforme del diritto societario e fallimentare
2. I criteri selettivi nell’individuazione dello strumento più idoneo: l’entità della crisi e la tipologia dell’intervento di ristrutturazione della posizione debitoria
• (Segue): la composizione del ceto creditorio e le esigenze di celerità e riservatezza
• (Segue): l’appartenenza dell’impresa in crisi ad un gruppo e la sua ubicazione geografica
3. Problematiche applicative antecedenti al decreto sviluppo
4. Le recentissime riforme normative: come cambia l’istituto
• Le innovazioni del cd. “decreto del fare”
5. Natura giuridica del concordato preventivo: contrasto tra tesi contrattualistica e tesi pubblicistica
• Effetti e conseguenze delle successive riforme
6. Prime osservazioni post-riforma: obiettivo centrato o abuso del diritto?
7. Questioni giurisprudenziali
1) Quali gli effetti delle numerose riforme introdotte dal legislatore dal 2005 fino al recente intervento del d.l. 22 giugno 2012, n. 83 – conv. con modif. dalla legge 7 agosto 2012, n. 134 – sul dibattito inerente alla natura giuridica del concordato preventivo? (Cass. civ., sez. un., 23 gennaio 2013, n. 1521)
Capitolo II - I requisiti soggettivi ed oggettivi per l’ammissione al concordato
1. Il presupposto soggettivo
• Legittimazione attiva alla presentazione
• I soci illimitatamente responsabili nel concordato preventivo
• Il concordato preventivo dell’imprenditore che ha cessato l’esercizio di impresa
• La proposta concordataria di gruppo
2. Il presupposto oggettivo
• Lo stato di crisi ed il concetto di insolvenza
• Il presupposto “temporale”
3. Questioni giurisprudenziali
1) Può ritenersi esistente la competenza del Tribunale per la domanda di concordato di società appartenenti allo stesso gruppo anche nel caso in cui alcune delle società abbiano la sede legale nel circondario di altro Tribunale, qualora risulti che la loro sede effettiva si trovi in realtà nel circondario del Tribunale al quale è presentata la domanda? (Trib. Roma, sez. fall., 14 novembre 2012)
2) Alla luce della riforma che ha espunto dall’art. 160, comma 1, l.fall. “sino a che non sia dichiarato il fallimento”, può ritenersi ancora sussistente il cd. “principio della prevenzione” che imponeva che la pronuncia di fallimento fosse, necessariamente, posposta al previo esaurimento della soluzione concordata della crisi dell’impresa? (Cass. civ., sez. un. 23 gennaio 2013, n. 1521)
3) Possono le società in mano pubblica essere considerate enti pubblici ai limitati effetti della loro esclusione dall’ambito soggettivo di applicazione delle disposizioni sul fallimento, sul concordato preventivo e sull’amministrazione delle grandi imprese in crisi? (App. Napoli, sez. I civile, 24 aprile 2013)
4) Qualora una società in mano pubblica riveste carattere necessario per l’ente territoriale in un determinato momento, è prospettabile una oggettiva incompatibilità tra l’eventuale suo assoggettamento a procedura fallimentare e la tutela degli interessi pubblici? (App. Napoli, sez. I civile, 27 maggio 2013)
5) È fallibile una società a prevalente capitale pubblico? È ammissibile la dichiarazione di fallimento in pendenza di domanda di concordato preventivo? (App. Napoli, sez. I-bis civile, 27 giugno 2013)
Capitolo III - Il procedimento di ammissione al concordato
1. Forma e contenuto della domanda
2. Condizioni di legittimazione
3. Competenza, rito e poteri istruttori del Tribunale. Gli effetti della presentazione della domanda di ammissione in pendenza del procedimento per la dichiarazione di fallimento
• Segue: la modifica della proposta di concordato
4. Audizione del debitore e ruolo del pubblico ministero
5. Il vaglio di ammissibilità da parte del Tribunale
6. Ammissione al procedimento
7. Effetti della mancata ammissione al procedimento
8. Questioni giurisprudenziali
1) Allorché il debitore sottoposto a procedimento per la dichiarazione di fallimento presenti domanda di ammissione al concordato preventivo, ricorre una causa di sospensione del primo giudizio, ai sensi dell’art. 295 c.p.c.? (Cass. civ., sez. VI, ord. 8 febbraio 2011, n. 3059)
2) Nel momento in cui, dinanzi a Tribunali diversi, pendano contestualmente, nei confronti del medesimo debitore, una procedura prefallimentare e una domanda di ammissione alla procedura di concordato preventivo, è ammissibile il regolamento di competenza? (Cass. civ., sez. I, ord. 25 settembre 2009, n. 20717)
3) Dinanzi allo stato di crisi in cui versa un gruppo di imprese, ciascuna avente sede in luoghi diversi, ricorre una ipotesi di deroga al criterio della competenza territoriale per la presentazione della domanda di ammissione alla procedura di concordato? (Trib. Milano, sez. II civ., decr. 22 novembre 2012)
4) Può essere modificata la proposta di concordato una volta avviato il procedimento ex art. 173 l.fall.? (Trib. Napoli, 4 dicembre 2012)
5) Dinanzi al provvedimento di rigetto della domanda di ammissione alla procedura di concordato preventivo, il p.m. può promuovere istanza di fallimento? (Cass. civ., sez. I, 16 marzo 2012, n. 4209)
6) Qual è la portata del vaglio rimesso al Tribunale in sede di verifica dei presupposti per l’ammissione alla procedura di concordato preventivo? (Cass. civ., sez. un., 23 gennaio 2013, n. 1521)
7) Qual è la natura del termine assegnato dal Tribunale al debitore ricorrente, ex art. 163 l.fall., per depositare le somme ritenute presumibilmente necessarie per la procedura? (Cass. civ., sez. I, 22 novembre 2012, n. 1325)
Capitolo IV - (Segue) La riserva di presentazione della proposta (il cd. concordato in bianco)
1. Il cd. concordato in bianco
2. Il contenuto del ricorso ed i rapporti con il piano
3. Gli effetti protettivi anticipati della domanda di concordato
4. La valutazione giudiziale della domanda
5. La cd. fattibilità della proposta. Brevi cenni
6. Concordato con cessione di beni
7. Il concordato preventivo con riserva e termine annuale di fallibilità
8. Questioni giurisprudenziali
1) In presenza di domande di concordato con riserva collegate, depositate da società appartenenti ad un unico gruppo ed aventi la sede legale in luoghi diversi, sussiste la competenza territoriale del Tribunale del luogo in cui esse dimostrano di avere inv effetti la sede principale? (Trib. Roma, 14 novembre 2012)
2) In tema di concordato preventivo con riserva, il Tribunale, prima di riscontrare se al ricorso siano allegati i bilanci degli ultimi tre esercizi e se il debitore non abbia già proposto nei due anni antecedenti analoga istanza, ha il potere/dovere di verificare l’esistenza di altri requisiti? (Trib. Napoli, 31 ottobre 2012)
3) Qualora il Tribunale ritenga inammissibile, per motivi di merito, la domanda di concordato preventivo ordinaria presentata in pendenza di un procedimento per dichiarazione di fallimento, e conseguentemente convochi il debitore in Camera di Consiglio, con assegnazione di termine ex art. 162 l.fall. per il deposito di integrazioni, è ammissibile la rinuncia alla predetta domanda, in funzione della proposizione di una nuova domanda di concordato preventivo con riserva? (Trib. Milano, 24 ottobre 2012)
4) Il Tribunale deve verificare la competenza territoriale e la sussistenza del requisito oggettivo dello stato di crisi? (Trib. Siena, 23 ottobre 2012)
5) La domanda di concordato preventivo con riserva deve essere dichiarata inammissibile non solo quando siano stati violati gli obblighi informativi imposti dal Tribunale, ma anche quando siano stati compiuti atti di straordinaria amministrazione non autorizzati dal Tribunale? (Trib. Pinerolo, 9 gennaio 2013)
Capitolo V - Gli organi del concordato preventivo
1. Introduzione: gli organi del concordato alla luce delle riforme concorsuali
2. La figura del professionista attestatore e la sua ausiliarietà rispetto agli organi della procedura di risanamento della crisi d’impresa
3. Il Tribunale fallimentare. Poteri di controllo e verifica del piano
• L’estensione dei poteri del Tribunale in sede di concordato preventivo alla luce delle recenti riforme ed il giudizio di fattibilità del piano secondo le sezioni unite
4. Il giudice delegato: compiti e funzioni
• Il potere autorizzatorio del giudice delegato ed i pagamenti di crediti anteriori secondo la giurisprudenza partenopea
5. La nomina del commissario giudiziale
• Gli obblighi e i poteri del commissario giudiziale
• Il regime della responsabilità del commissario giudiziale
• La disciplina delle impugnazioni contro i provvedimenti del commissario giudiziale
• Il compenso del commissario giudiziale
• La revoca del commissario giudiziale
6. Il liquidatore giudiziale
7. comitato dei creditori
8. Pubblico ministero
9. La tutela giurisdizionale
• La legittimazione a proporre reclamo e il procedimento
• La reclamabilità dei provvedimenti del Tribunale
10. Questioni giurisprudenziali
1) La facoltà riconosciuta al Tribunale dall’art. 161, comma 6, l.fall. nuova formulazione, di nominare il commissario giudiziale già con il decreto con cui assegna al ricorrente il termine per il deposito della proposta, del piano e dell’ulteriore documentazione, può essere esercitata anche nelle procedure pendenti per le quali il predetto decreto sia stato già emesso? (Trib. Pavia, decr. 26 giugno 20132)
2) L’incarico del commissario liquidatore può essere cumulato nella medesima persona del commissario giudiziario? (Cass. civ., sez. I, 18 gennaio 2013, n. 1237)
3) I crediti derivanti dalla prestazione professionale per assistenza e predisposizione della domanda di concordato possono essere considerati prededucibili ai sensi di quanto previsto dall’art. 111 l.fall.? (Cass. civ., sez. I, 8 aprile 2013, n. 8533)
4) Quali sono i limiti del potere di controllo del Tribunale riguardo la fattibilità economica del piano e l’eventuale riclassificazione dell’attivo? (App. Firenze, 27 febbraio 2013, n. 356)
Capitolo VI - Il piano di concordato
1. Le possibili forme di concordato
• Contenuto del piano: determinatezza ex ante
• Forme (tipiche ed atipiche) di concordato
• Il concordato con cessione dei beni
• Il concordato con assunzione o garanzia
• Il concordato di gruppo
• Il trust
2. Il contenuto della proposta
• La suddivisione dei creditori in classi
• Il trattamento dei creditori privilegiati
3. Questioni giurisprudenziali
1) La suddivisione dei creditori in classi rappresenta una scelta facoltativa per il ricorrente? (Corte Cost., ord. 12 marzo, 2010, n. 98)
2) La modifica delle classi impone un nuovo giudizio di ammissibilità del ricorso per concordato preventivo? (Trib. Perugia, sez. II, 16 aprile 2012)
3) Nel ricorso per concordato preventivo può essere prevista una classe costituita da un solo creditore? (App. Torino, sez. I, 23 aprile 2009)
4) È ammissibile la costituzione di una classe formata dai crediti dei soci per i finanziamenti erogati alla società (Cass. civ., sez. I, 4 febbraio 2009, n. 2706) .
5) La relazione giurata del professionista deve indicare la percentuale di soddisfazione di ciascun creditore prelatizio per il quale nel piano concordatario non sia
previsto il pagamento integrale? (Trib. Roma, decr. 2 agosto 2010)
6) È corretta la formazione di una classe costituita dai creditori chirografari e dai privilegiati per la parte degradata del loro credito? (Trib. Milano, decr. 27 settembre 2012)
7) Deve essere riconosciuto il diritto di voto ai creditori muniti di diritto di prelazione nel caso in cui la proposta concordataria preveda la soddisfazione con forme diverse
dal denaro ovvero con dilazioni temporali? (Trib. Pescara, decr. 16 ottobre 2008)
Capitolo VII - Il concordato con continuità aziendale
1. La continuità aziendale come obiettivo del nuovo concordato preventivo
2. Definizione e ambito di applicazione del concordato con continuità
3. Contenuto e valutazione del piano
4. I vantaggi del concordato con continuità. In particolare: i contratti pendenti e gli appalti pubblici
• La cancellazione delle iscrizioni e delle trascrizioni
• Il trattamento dei creditori muniti di cause di prelazione: la moratoria
5. Il pagamento dei crediti anteriori
6. La sospensione degli obblighi di ricapitalizzazione
7. La revoca del concordato con continuità
8. Questioni giurisprudenziali
1) L’affitto di azienda può rientrare in una delle ipotesi di continuità previste dall’art. 186-bis l.fall.? (Trib. Bolzano, decr. 27 febbraio 2013)
2) La norma contenuta nell’articolo 182-quinquies, comma 4, l.fall. – che, nel concordato preventivo con continuità aziendale, permette il pagamento di crediti anteriori per prestazioni di beni o servizi – è applicabile in via analogica a fattispecie non espressamente contemplate? (Trib. Modena, decr. 15 dicembre 2012)
3) La proposizione di una domanda di concordato che preveda la continuazione dell’attività dell’impresa è compatibile con lo stato di liquidazione in cui l’impresa è eventualmente posta? (Trib. Varese, sez. II, decr. 30 giugno 2012)
4) In materia di fallimento, con riguardo al concordato preventivo in continuità aziendale ed in particolare al tema del pagamento dei “crediti anteriori”, è ammissibile l’emissione, in epoca anteriore alla presentazione del ricorso per concordato, di assegni post-datati aventi scadenza in epoca coincidente o successiva alla presentazione del ricorso? (Trib. Trani, sez. II, ord. 7 maggio 2013)
Capitolo VIII - La disciplina dei rapporti pendenti e degli appalti pubblici
1. Premessa
2. La disciplina dei contratti pendenti nel concordato preventivo ante riforma
3. La disciplina dei contratti pendenti nell’art. 169-bis l.fall
• Effetti del provvedimento autorizzativo
• Tutela del contraente in bonis
• La clausola compromissoria
4. I contratti esclusi dall’applicazione della norma: il preliminare di vendita; il rapporto di lavoro subordinato; il contratto di locazione
5. Rapporti pendenti e continuità aziendale
6. Alcune fattispecie di contratti pendenti: i con tratti di leasing; i contratti bancari; i contratti assicurativi
7. La disciplina degli appalti pubblici
8. Questioni giurisprudenziali
1) a) Il debitore può chiedere lo scioglimento o la sospensione dei contratti pendenti
anche in caso di deposito di domanda di concordato cd. “in bianco” ai sensi dell’art. 161, comma 6, l.fall.?
b) L’art. 168-bis comma 4 prevede la regola della continuazione dei contratti pubblici pendenti al momento dell’apertura della procedura di concordato, e dispone l’inefficacia
di patti contrari. Può l’imprenditore presentare nell’istanza di concordato con riserva la richiesta di sospensione dei contratti di appalto in corso?
• Trib. Modena, decr. 30 novembre 2012
• Trib. Monza, decr. 16 gennaio 2013
• Trib. Monza, 21 gennaio 2013
• Trib. Pistoia, 30 ottobre 2012
2) Può chiedersi nella domanda di concordato di sciogliersi dai rapporti di lavoro subordinato? (Trib. Ravenna, 24 dicembre 2012)
3) Può il debitore, e a quali condizioni, richiedere anche con un concordato in bianco l’autorizzazione allo scioglimento del contratto di affitto di azienda e/o affitto del ramo di azienda? (Trib. Salerno, sez. III, 25 ottobre 2012)
4) Può essere autorizzata la domanda di concordato avente ad oggetto la richiesta di sospensione dei contratti di locazione finanziaria in corso? (Trib. Mantova, sez. II, 27 settembre 2012)
5) È possibile richiedere la sospensione dei contratti di anticipazione di crediti su fatture? (Trib. Busto Arsizio, 8 febbraio 2013)
6) Nei rapporti bancari è ammissibile la compensazione dei crediti ricevuti successivamente all’apertura del concordato? (App. Brescia, 19 giugno 2013)
Capitolo IX - La transazione fiscale
1. Introduzione: genesi ed evoluzione dell’istituto
• La compressione del principio di indisponibilità dell’imposta
2. La transazione fiscale nell’art. 182-ter
• Obbligatorietà o facoltatività della transazione fiscale nell’ambito del piano di concordato preventivo: la posizione della giurisprudenza
• Presupposti soggetti ed oggettivi di applicazione
3. I tributi oggetto di “transazione”
• I crediti erariali assistiti da privilegio e chirografari
• L’Iva e le ritenute fiscali
- Il trattamento dei crediti tributari privilegiati e la falcidiabilità del credito Iva nel concordato senza transazione fiscale: le diverse posizioni della giurisprudenza
• Le altre imposte e i tributi locali
• I crediti previdenziali
4. Procedura applicativa: tempi e modalità di presentazione della proposta
• La transazione fiscale e gli accordi di ristrutturazione del debito ex art. 182-bis
5. La manovra correttiva del d.l. 78/2010: sintesi
• Il reato di transazione infedele
6. Definizione della procedura ed effetti derivati
7. Rimedi esperibili avverso il diniego alla transazione fiscale
8. Questioni giurisprudenziali
1) Considerato l’orientamento prevalente nella giurisprudenza di merito, proteso nel senso della facoltatività del ricorso alla transazione fiscale, nelle ipotesi in cui il debitore intenda fruirne per giovarsi dei relativi effetti, l’eventuale mancata adesione all’accordo dell’amministrazione preclude la successiva omologa del piano di concordato? (Cass. civ., sez. I, 4 novembre 2011, n. 22931)
2) Il divieto della falcidia del credito Iva previsto dall’art. 182-ter nella parte in cui prevede che “con riguardo all’imposta sul valore aggiunto ed alle ritenute operate e non versate, la proposta può prevedere esclusivamente la dilazione del pagamento” deve ritenersi applicabile anche alla proposta di concordato preventivo senza la transazione fiscale? (App. Genova, 27 luglio 2013, n. 1326)
3) Ai fini dell’ammissibilità della proposta di concordato preventivo, in quale caso l’apporto del terzo si sottrae al divieto di alterazione della graduazione dei crediti privilegiati? (Cass. civ., sez. I, 8 giugno 2012 n. 9373)
4) La facoltà riconosciuta al debitore proponente di ottenere l’inibitoria delle azioni cautelari o esecutive per la durata delle trattative e prima della formalizzazione dell’accordo, ne preclude eventuali modifiche successive? (App. Milano, decr. 8 febbraio 2013)
5) In presenza di quali condizioni è consentita la falcidia dei creditori privilegiati nell’ambito di una proposta di transazione fiscale? (Trib. Roma, decr. 1 febbraio 2012)
Capitolo X - Il nuovo ruolo del professionista attestatore
1. Introduzione
2. I requisiti soggettivi per la nomina del professionista
3. Il contenuto della relazione del professionista
• L’attestazione di “veridicità dei dati aziendali”
• L’attestazione di “fattibilità del piano”
4. La responsabilità civile del professionista
5. La responsabilità penale del professionista: le fattispecie penali
• Profili penali delle attestazioni nel concordato preventivo ai sensi del nuovo art. 236-bis l.fall.
• La situazione preesistente
• Falso in attestazioni e relazioni: entrata in vigore della nuova fattispecie
• Il concetto di “informazione”
• La condotta omissiva ed i limiti della “rilevanza”
• Elemento soggettivo e circostanze aggravanti
• Una notazione conclusiva
6. Questioni giurisprudenziali
1) Qual è, pur senza pretesa di esaustività, il concreto contenuto della relazione con la quale il professionista deve attestare la veridicità dei dati aziendali e la fattibilità del piano ex art. 161, comma 3, l.fall.? (Trib. Firenze, 7 gennaio 2013)
2) Entro quali limiti, alla luce della sentenza n. 1521 del 2013 resa dalla Cassazione a sezioni unite, il Tribunale può intervenire ove ritenga che sia carente il requisito della veridicità dei dati aziendali? È possibile modificare, sia pure nei limiti fissati dagli artt. 161 comma 3 e 175 1.fall. per il piano e la proposta concordataria, i dati aziendali? (App. Napoli, 13 giugno 2013)
Capitolo XI - La deliberazione del concordato preventivo e il giudizio di omologazione
1. Premessa
2. La deliberazione del concordato preventivo
• Il giudizio di ammissibilità della proposta
• La deliberazione dei creditori
• Conflitto di interessi tra i creditori e legittimazione al voto con la riforma degli artt. 180 e 186 l.fall.: comunione di interessi
3. La suddivisione dei creditori in classi
4. La valutazione del giudice in ordine alla proposta concordataria
5. Il soddisfacimento dei creditori: l’indicazione della percentuale, il controllo di fattibilità del piano
6. Il parere del commissario giudiziale
7. Il giudizio di omologazione
8. Questioni giurisprudenziali
1) È possibile il pagamento dei creditori anteriori o strategici nel preconcordato se il piano è sufficientemente definito? (Trib. Modena, decreto 29 maggio 2013)
2) Può il commissario giudiziale essere anche il liquidatore nel concordato preventivo? (Cass. civ., sez. I, 18 gennaio 2013, n. 1237)
3) Quale rilevanza ha l’indicazione della percentuale di pagamento prospettata ai creditori nella proposta concordataria con cessione dei beni? (Cass. civ., 23 gennaio 2012, n. 1521)
Capitolo XII - Il regime delle impugnazioni
1. Premessa
2. L’impugnazione dei provvedimenti del giudice delegato ex art. 164 l.fall.
3. L’impugnazione dei provvedimenti del Tribunale
• I decreti del Tribunale che decidono sul reclamo avverso i provvedimenti del giudice delegato
• I provvedimenti abnormi del Tribunale
4. L’opposizione dei creditori esclusi dal voto
5. L’opposizione in sede di omologazione del concordato ex art. 180 l.fall.
6. L’impugnazione dei provvedimenti emessi dal Tribunale all’esito del giudizio di omologazione
7. Questioni giurisprudenziali
1) Il decreto emesso dal giudice delegato in carenza assoluta del relativo potere deve ritenersi, al pari del decreto reso dal Tribunale in esito al reclamo, abnorme, ossia giuridicamente inesistente? avverso il decreto del Tribunale, insuscettibile di acquistare autorità di giudicato, è esperibile, quindi, il ricorso per cassazione a norma dell’art. 111 Cost., ovvero l’actio nullitatis? (Cass., 21 gennaio 1999, n. 523)
2) Può il creditore non informato della procedura concordataria e non coinvolto in essa proporre opposizione, ex art. 404 c.p.c., avverso il decreto di omologa? (Trib. Latina, sez. II, 24 novembre 2011)
3) V’è una norma che prevede che la Corte d’Appello, all’esito del giudizio ex art. 183 l.fall., rimetta gli atti al Tribunale per l’omologazione del concordato, al pari di ciò che avviene per la dichiarazione di fallimento, ai sensi dell’art. 22, comma 4, l.fall.? (Trib. Vicenza, sez. I civ., decr. 14 gennaio 2013)
Capitolo XIII - Gli effetti del concordato preventivo nei confronti del debitore
1. Premessa sul debitore-imprenditore
2. Concordato preventivo ed effetti sul debitore alla luce del “decreto sviluppo” e del “decreto del fare”
• Le novità del “decreto sviluppo”
• Le novità del “decreto del fare”
3. Le novità con l’introduzione della domanda semplificata
4. La pubblicazione nel registro delle imprese
• La funzione di pubblicità
• Il registro delle imprese in merito alla procedura di concordato preventivo
• Gli effetti protettivi sull’imprenditore-debitore generati dal nuovo art. 168 della legge fallimentare
• Le sanzioni previste per i creditori in seguito all’iscrizione del concordato preventivo nel registro delle imprese
• La novità legislativa costituita dall’iscrizione nel registro delle imprese dalla domanda anticipata di concordato preventivo
• La retroattività degli effetti nel caso di inammissibilità o improcedibilità del concordato preventivo
• Registro delle imprese e novità introdotte dal “decreto del fare”
5. L’imposizione, da parte del legislatore, degli obblighi informativi al debitore
6. Il nuovissimo volto dell’art. 161 della legge fallimentare
7. Gli atti di ordinaria estraordinaria amministrazione del debitore
8. Gli effetti dell’amministrazione del patrimonio sul debitore
9. Gli effetti dei finanziamenti e dei pagamenti del debitore
10. Il regime favorevole per il debitore che proponga di fare uscire dalla crisi la propria impresa e i contratti pendenti
11. Questioni giurisprudenziali
1) Ai fini del concordato preventivo si distingue la figura di imprenditore individuale e commerciale in base ai debiti? (Cass. civ., sez. I, 4 giugno 2012, n. 8930)
2) Come si distinguono gli atti di ordinaria e di straordinaria amministrazione che l’imprenditore può compiere nel caso di concordato preventivo?
a) Trib. Catania, sez. fall., decr. 18 marzo 2013
b) Trib. Terni, decr. 28 dicembre 2012
3) Nell’ipotesi di finanziamenti per il concordato preventivo le banche possono trattenere gli importi? (Trib. Lucca, 21 maggio 2013)
4) Come si verificano e si classificano i debiti dell’imprenditore che la legge prevede come prededucibili?
a) Cass. civ., sez. I, 8 aprile 2013, n. 8533
b) Cass. civ., sez. I, 28 febbraio 2013, n. 5015
5) Quale rilevanza hanno i tempi di realizzazione di una proposta concordataria? (Trib. Terni, 26 febbraio 2013)
Capitolo XIV - Gli effetti del concordato preventivo per i creditori
1. Il divieto di iniziare o proseguire azioni esecutive o cautelari sul patrimonio del debitore
• La ratio del divieto ed il suo limite temporale di applicazione
• L’ambito soggettivo di applicazione. I creditori concorrenti
• Le azioni vietate
• Le azioni consentite
• Le conseguenze della violazione del divieto
2. L’acquisto di diritti di prelazione da parte dei creditori concorrenti
• Il generale divieto di acquisto di titoli di prelazione per i creditori concorrenti
• L’inefficacia delle ipoteche giudiziali iscritte nei 90 giorni precedenti la pubblicazione del ricorso
3. La inopponibilità delle formalità eseguite dopo la presentazione del ricorso di concordato
• Il disposto dell’art. 45 l.fall.
• Ambito oggettivo di applicazione. La nozione di “formalità” rilevante
4. Gli effetti della proposizione del ricorso di concordato sui debiti pecuniari
• Gli effetti della proposizione del ricorso di concordato sui debiti pecuniari chirografari. L’interruzione della decorrenza degli interessi
• Gli effetti della proposizione del ricorso di concordato sui debiti pecuniari privilegiati
5. Concordato preventivo e compensazione
• Presupposti per l’applicazione della compensazione nella procedura di concordato preventivo
• Compensazione giudiziale e concordato preventivo
6. Concordato preventivo ed obbligazioni solidali
7. Cenni alle residue norme richiamate dall’art. 169 l.fall.
8. Gli effetti del concordato omologato per i creditori
• Il disposto dell’art. 184 l.fall.
• La posizione dei creditori estranei al procedimento
• La posizione dei creditori posteriori al concordato
9. Questioni giurisprudenziali
1) L’art. 168 l.fall. dispone che dalla pubblicazione del ricorso di concordato presso il registro delle imprese non possono essere più iniziate o proseguite azioni esecutive o cautelari sul patrimonio del debitore. Alla luce di tale disposizione, è lecita la riscossione di un credito per effetto di una ordinanza di assegnazione emessa nell’ambito di una procedura espropriativa presso terzi adottata prima del momento indicato dall’art. 168 l.fall.? (Trib. Vicenza, 9 aprile 2010)
2) L’art. 168 l.fall. prevede il divieto di azioni esecutive sul patrimonio del debitore concordatario dal momento della pubblicazione del ricorso nel registro delle imprese fino al momento in cui diventa definitivo il decreto di omologazione. Nel caso di concordato con cessione dei beni, è possibile iniziare legittimamente un’azione esecutiva sul patrimonio del debitore dopo il passaggio in giudicato del decreto di omologazione ma prima che si sia esaurita la fase di esecuzione del concordato? (Trib. Modena, 9 febbraio 2006)
3) L’art. 56 l.fall., applicabile anche alla procedura di concordato preventivo in virtù del richiamo operato dall’art. 169 l.fall., dispone che i creditori hanno il diritto di compensare coi loro debiti verso il fallito i crediti che essi vantano verso lo stesso (…). Alla luce di tale principio, è legittima la compensazione operata dall’istituto bancario, cui il debitore abbia conferito mandato all’incasso prima della proposizione del ricorso per l’ammissione alla procedura di concordato preventivo, con il credito della banca derivante dallo scoperto di conto corrente? (Cass. civ., 7 maggio 2009, n. 10548)
Capitolo XV - La prededuzione e la disciplina dei finanziamenti alle imprese
1. La cd. “nuova finanza” nella gestione della crisi aziendale
2. Finanziamenti esecutivi
3. Finanziamenti funzionali all’ammissione del concordato preventivo (cd. finanziamenti ponte)
4. Finanziamenti strumentali al conseguimento degli obiettivi del piano
5. La nuova finanza interinale nel concordato “in bianco”
6. Finanziamenti dei soci e finanziamenti infragruppo
7. Questioni giurisprudenziali
1) È generica e quindi inammissibile l’istanza di autorizzazione a contrarre finanziamenti ove manchino gli elementi da cui desumere la ragionevolezza dell’aggravamento dell’esposizione debitoria in funzione del complessivo impianto del piano di concordato in bianco, non delineato nelle sue linee essenziali? (Trib. Treviso, 16 ottobre 2012)
2) L’autorizzazione a contrarre i finanziamenti di cui all’art. 182-quinquies l.fall. può essere richiesta anche in pendenza dei termini di cui all’art. 161, comma 6, a seguito di presentazione di domanda di concordato con riserva? (Trib. Terni, 16 gennaio 2013)
3) È atto di straordinaria amministrazione, e può, di conseguenza, essere autorizzato ex art. 161, comma 7, l.fall., il finanziamento soci qualificato come urgente e necessario per garantire la continuità aziendale, che sia idoneo ad incidere sul patrimonio del debitore? (Trib. Milano, 11 dicembre 2012)
Capitolo XVI - Esecuzione del concordato
1. Considerazioni generali ed effetti dell’omologazione
• Il rito camerale ed il reclamo avverso il decreto
2. Modalità di esecuzione
• Concordati liquidatori gestiti dal debitore
• Concordati liquidatori gestiti dai terzi
• Autonomia negoziale, limiti legali e potere conformativo del Tribunale
• Liquidazione e natura della vendita
- Vendita forzata e riforma della liquidazione fallimentare
3. Uso distorto della procedura e abuso del potere
4. L’art. 182 della legge fallimentare
5. La cessio bonorum
6. Nomina del liquidatore
7. Il comitato dei creditori
8. Gli altri organi del concordato: cenni e rinvio
9. Il d.l. n. 83 del 22 giugno 2012: in particolare, l’esecuzione del concordato con continuità aziendale
10. Quesiti giurisprudenziali
1) Nell’ambito del concordato preventivo con cessione dei beni, il liquidatore ha poteri di gestione effettiva, ivi compreso quello di nominare i professionisti (come nel fallimento, nell’ambito del quale il potere di nomina spetta al curatore) (Cass. civ., sez. I, 15 luglio 2011, n. 15699)
2) Chi ha la legittimazione processuale passiva tra il liquidatore giudiziale ed il debitore concordatario? (Cass. civ., sez. lav., 20 maggio 20014, n. 9643)
3) Qual è la natura da riconoscersi alle dichiarazioni rese dal commissario giudiziale della procedura di concordato preventivo questi eventualmente rese in sede giudiziale? (Cass. civ., sez. II, 29 agosto 2011, n. 17717)
Capitolo XVII - Risoluzione ed annullamento del concordato preventivo
1. L’inadempimento del concordato
• Il termine per l’adempimento
• La rilevanza dell’inadempimento ai fini della risoluzione
2. La risoluzione del concordato preventivo
• La risoluzione del concordato per garanzia
• La risoluzione del concordato per cessione dei beni
3. La procedura di risoluzione
4. L’annullamento ed il relativo procedimento
5. Risoluzione ed annullamento: effetti
• La consecutio delle procedure
6. Questioni giurisprudenziali
1) In che misura il grave pregiudizio previsto dall’art. 186 l.fall. incide sull’ammissibilità e l’accoglimento della risoluzione del concordato preventivo? (Trib. Ravenna, 7 giugno 2012)
2) Qualora, dopo l’omologazione del concordato preventivo e durante la sua esecuzione, il valore delle attività patrimoniali, ricavabili con il piano industriale basato sulla prosecuzione dell’attività aziendale, risulti assolutamente insufficiente a soddisfare in modo non irrisorio i creditori chirografari, può essere dichiarata, su istanza di soggetto a ciò legittimato, la risoluzione del concordato preventivo? (Trib. Monza, 21 gennaio 2013)
3) È sufficiente l’obiettiva impossibilità sopravvenuta di attuare le condizioni minime di soddisfazione previste dalla legge fallimentare ai fini della risoluzione del concordato preventivo per cessione dei beni trasferiti ai debitori o occorre l’accertamento della colpa del debitore che ha esaurito la sua prestazione? (Cass. civ., 20 giugno 2011, n. 13446)
Capitolo XVIII - Concordato preventivo e figure affini: gli accordi di ristrutturazione dei debiti
1. Premessa
2. Gli accordi di ristrutturazione dei debiti ex art. 182-bis l.fall.
• I presupposti soggettivi
• Presupposto oggettivo, contenuto e forma dell’accordo di ristrutturazione dei debiti
3. L’iter procedurale ex art. 182-bis l.fall.: la domanda di omologazione
• Il giudizio di omologazione
• L’anticipazione degli effetti protettivi (cd. automatic stay) ai sensi dell’art. 182, comma 6, l.fall.
4. La transazione fiscale: cenni e rinvio
5. I mezzi di impugnazione
6. Questioni giurisprudenziali
1) a) Il deposito di un’istanza di omologazione di un accordo di ristrutturazione dei debiti ex art. 182-bis l.fall. determina la sospensione dell’eventuale istruttoria prefallimentare preventivamente e/o contestualmente pendente?
b) È concettualmente configurabile un accordo di ristrutturazione proposto da un gruppo di imprese? (Trib. Milano, 10 novembre 2009)
2) Qualora non siano state proposte opposizioni, il sindacato del Tribunale in sede di omologazione dell’accordo di ristrutturazione ha ad oggetto solo la legittimità formale o anche la attuabilità dell’accordo stesso? (Trib. Napoli, 17 marzo 2012)
3) Qual è il giudice competente a conoscere delle eventuali controversie sorte con riguardo all’esecuzione di un accordo di ristrutturazione dei debiti omologato? (Cass. civ., 24 settembre 2012, n. 16187)